Gli incroci tra razze

A differenza del cane, che da sempre viene allevato in maniera mirata come cane da caccia, cane da guardia o cane da compagnia, i gatti hanno sempre avuto un unico compito: quello di liberare granai e fienili da indesiderati roditori.

Poi col tempo i gatti sono diventati quasi “accessori” che sottolineavano il prestigio dei loro ricchi padroncini e sono stati fatti i primi tentativi di farli riprodurre in modo mirato. I gatti domestici con determinate caratteristiche sono stati fatti accoppiare appositamente per ottenere animali che fossero soprattutto belli, con il pelo morbido, le zampe lunghe o occhi particolarmente appariscenti.

Per arrivare ai libri sulla riproduzione e agli standard di allevamento ci sono voluti ancora alcuni decenni, tanto che la riproduzione sistematica dei gatti esiste solo da 150 anni e ora le associazioni feline e le strutture di coordinamento controllano gli standard delle razze, destinando alla riproduzione soltanto gli animali che possiedono le caratteristiche specifiche di una determinata razza. Così vengono fatti appositamente accoppiare gatti con uno standard e le mutazioni spontanee, come ad esempio quella delle zampe corte del gatto Manx, continuano ad essere riprodotte; oppure vengono effettuati incroci con razze di gatti selvatici come il gatto Bengala o il gatto Savannah. Tuttavia, la riproduzione di animali con difetti genetici, come lo Scottish Fold con la punta delle orecchie piegata o lo Shynx privo di pelo, possono anche avere un effetto negativo sulla salute degli animali e perciò molte razze sono ritenute sospette dalla legge in materia di protezione degli animali.

Per avere ulteriori informazioni in merito alle razze leggi il nostro articolo La storia delle razze feline.

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